Page 506 - Jane Eyre
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ra, o almeno lo credo; eppoi perché la natura si rivolta
           all'idea di morire di fame e di freddo.
              "Oh, Provvidenza! sostienmi ancora un poco! Aiuta-
           mi, guidami!
              I miei sguardi velati vagarono sul paesaggio nebbioso
           e scuro.
              Vidi che ero lontana dal villaggio, che si scorgeva ap-
           pena, e i campi coltivati che lo circondavano erano spa-
           riti.

              Per vie traverse e viottoli mi ero avvicinata ai terreni
           paludosi e fra me e le colline rocciose non vi erano più
           che pochi campi sterili e incolti.
              — Ebbene, — dissi a me stessa, — preferisco morir
           qui piuttosto che su una strada frequentata, e se vi sono
           corvi nel vicinato preferisco che essi si pascano delle
           mie carni piuttosto che sapere il mio corpo rinchiuso
           nella bara di un ospedale e sepolto nella fossa dei pove-
           ri.
              Mi diressi verso la collina e la raggiunsi. Non si trat-
           tava ora che di trovare un avvallamento del terreno dove
           potessi nascondermi, ma non vidi altro che una superfi-
           cie unita, senza asperità e coperta di muschi e di giun-
           chi, nera nei punti in cui il suolo produceva soltanto eri-
           che. Faceva notte e non potevo più distinguere quelle
           tinte diverse se non per le macchie cupe e luminose che
           formavano.
              I miei sguardi continuavano a errare sulle colline e
           sulle paludi che si perdevano in quel triste paesaggio,
           quando a un tratto su una collina lontana scòrsi un lume.


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