Page 474 - Jane Eyre
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"Nel mese di gennaio scorso, libero da tutte le mie
amanti, con l'anima indurita e inasprita da una vita vaga-
bonda, inutile e solitaria, corroso dalla delusione, mal
disposto verso gli uomini e verso le donne sopratutto,
perché cominciavo a credere che le donne fedeli, amo-
rose e intelligenti fossero un sogno, tornai in Inghilterra,
dove mi chiamavano alcuni affari.
"Mi dirigevo a Thornfield in una fredda serata d'in-
verno; a Thornfield, la casa abborrita. Non mi aspettavo
di trovarvi né pace né felicità. A un tratto, presso Hay,
vidi una piccola figura seduta tranquillamente sugli sca-
lini della via. Passai dinanzi a lei indifferentemente; non
avevo nessun presentimento che mi dicesse che cosa sa-
rebbe stata per me; nessun avvertimento interno mi an-
nunziò che quella modesta figurina sarebbe stata arbitra
della mia vita, nella buona e nell'avversa fortuna.
"Non lo capii neppure quando, dopo la caduta di Me-
srour, mi offrì il suo aiuto.
"Era una creatura giovanissima e sottile. Pareva uno
sgricciolo che mi venisse a offrire di sollevarmi sulle
sue ali delicate.
"La respinsi scortesemente, ma quella creaturina non
volle andarsene e rimase accanto a me dando prova di
una grande perseveranza e mi guardò con una certa au-
torità. Dovei essere aiutato da quella mano, e fui aiutato
in fatto.
"Quando mi fui appoggiato su quella fragile spalla,
mi parve che una nuova vita mi fosse penetrata nelle
vene.
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