Page 475 - Jane Eyre
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"Fu bene che sapessi che quella piccola silfide sareb-
           be tornata a me, che apparteneva alla mia casa, se no
           avrei provato un vero rammarico nel vederla andar via e
           sparire fra i cespugli.
              "Quella sera, Jane, vi sentii tornare a casa, benché voi
           non vi accorgeste certo che io pensavo a voi e su voi ve-
           gliavo.
              "Il giorno dopo vi osservai, senza essere veduto, per
           una mezz'ora circa mentre divertivate Adele nella galle-

           rìa.
              "Era una giornata di neve e non potevate uscire. Ero
           in camera mia con la porta socchiusa e potevo vedervi e
           sentirvi.
              "Adele in quel momento attirava tutta la vostra atten-
           zione, ma mi accorgevo che i vostri pensieri vagavano
           altrove, e nonostante eravate piena di pazienza con lei,
           mia piccola Jane, e le parlavate e la divertivate.
              "Quando alla fine ella vi lasciò, cadeste in una pro-
           fonda meditazione e vi metteste a camminare nella gal-
           leria.
              "Di tanto in tanto passando davanti a una finestra
           guardavate la neve che cadeva fitta, prestavate orecchio
           agli ululati del vento, poi riprendevate a camminare e a
           fantasticare.
              "Credo che le vostre visioni non fossero tetre; la dol-
           ce luce dei vostri occhi annunziava che i vostri pensieri
           non erano né tristi né amari; il vostro sguardo rivelava
           piuttosto i bei sogni della gioventù quando questa segue
           su ale compiacenti il volo della speranza nel cielo idea-


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