Page 467 - Jane Eyre
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vita futura peggiore della presente; spezziamo questa
esistenza per tornare verso Dio, nella vera patria! —
"Nel dir queste parole m'inginocchiai per aprire una
cassetta, che conteneva un paio di pistole cariche.
"Volevo uccidermi, ma quel desiderio fu di breve du-
rata, perché non ero pazzo, e quella crisi di dolore infi-
nito, che aveva generato il desiderio e il disegno del sui-
cidio, era svanita in un secondo.
"Un fresco vento d'Europa, che aveva traversato l'O-
ceano, entrò dalla finestra aperta: la tempesta scoppiò
con pioggia, fulmini e tuoni, e l'aria si rasserenò.
"Allora presi una risoluzione mentre passeggiavo sot-
to i gocciolanti alberi di arancio nel mio giardino bagna-
to dalla pioggia, fra i melagrani e i pini, intanto che la
fulgente rugiada dei tropici scendeva intorno a me.
"Così ragionai, e voi ascoltatemi, Jane, perché fu la
vera saggezza che mi consolò in quell'ora e mi additò la
via da seguire.
"Il dolce vento d'Europa continuava a mormorare fra
le piante rinfrescate e l'Atlantico ruggiva nella sua glo-
riosa libertà. Il mio cuore, lungamente avvilito e spezza-
to, si rianimò udendo la voce dell'Oceano, e si riempì di
sangue vitale, tutto l'essere mio aspirante a una nuova
vita, la mia anima bramava una goccia purificata. Sentii
rinascere la speranza e vidi la possibilità della rigenera-
zione. Da un arco fiorito del giardino scòrsi il mare az-
zurro come il cielo; il vecchio mondo era al di là.
"— Va', — mi diceva la speranza, — torna a vivere in
Europa. Laggiù non sanno che porti un nome contami-
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