Page 464 - Jane Eyre
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se, cui è sottoposto un uomo unito a una donna intempe-
           rante e impudica.
              "Mio fratello era morto e mio padre gli andò dietro
           dopo quattro anni che ci eravamo sposati; ero ricco, ep-
           pure ero nell'indigenza morale.
              "Donna più ordinaria, più impura e depravata che ab-
           bia mai veduta era legata a me; la legge e la società di-
           cevano anzi che era una parte di me. E non potevo libe-
           rarmi da lei con nessun mezzo legale, perché i medici

           avevano scoperto che "mia moglie" era matta. I suoi ec-
           cessi avevano prematuramente sviluppato i germi della
           malattia.
              "Jane, la mia narrazione vi turba; voi soffrite; volete
           rimetter la fine a un altro giorno?
              — No, signore, terminate, vi prego; vi compiango
           sinceramente.
              — Jane, in alcuni la compassione è cosa così insul-
           tante e pericolosa, che si fa bene di pregare coloro che
           ve l'offrono, di tenerla per sé, ma è quella compassione
           che esce dai cuori duri ed egoisti. È un sentimento a
           doppia faccia, sofferenza ibrida ed egoistica di udire il
           racconto di dolori, e disprezzo volgare per quelli che ne
           sono stati colpiti.
              "Ma così non è la vostra compassione, Jane, non è
           questo il sentimento che vi si legge in viso, che vi anima
           gli occhi, che vi riempie il cuore, che fa tremare la vo-
           stra mano nella mia.






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