Page 462 - Jane Eyre
P. 462
scini un uomo quanto le stupide rivalità della società, i
desiderii febbrili e l'acciecamento giovanile.
I parenti di Berta m'incoraggiavano, i competitori mi
eccitavano l'amor proprio, lei stessa mi attirava a sé, e
così il matrimonio fu concluso prima che avessi il tem-
po di riflettere.
Quando penso a quell'atto, non posso davvero stimar-
mi! Il disprezzo di me stesso mi assale e mi tortura.
Non l'amavo, né la stimavo e non avevo potuto cono-
scerla.
Non riscontravo in lei una sola virtù, non era benevo-
la, né modesta, né candida, né delicata di pensiero, né di
modi. E la sposai, tanto ero imbecille, vile e cieco.
Non avevo mai veduta la madre della mia fidanzata e
la credevo morta. Appena trascorsa la luna di miele, co-
nobbi il mio errore; ella era pazza e rinchiusa in un
ospedale. Vi era pure un figlio minore idiota. Il maggio-
re, che avete veduto e che non posso odiare, benché de-
testi tutta la famiglia, ha mostrato sempre interesse per
sua sorella e un tempo mi è stato affezionato come un
cane; ma è già debole di spirito e un giorno avrà la stes-
sa sorte degli altri. Mio padre e mio fratello sapevano
tutto, ma non pensarono che alle trentamila sterline e si
unirono nel complotto contro di me.
— Furono scoperte odiose quelle che feci; ero dolente
che mi avessero tradito celandomi la verità; ma senza la
parte che vi aveva presa mia moglie, non avrei mai pen-
sato a rimproverarle la sventura della sua famiglia, nep-
pure quando mi accorsi che la sua indole era completa-
464