Page 453 - Jane Eyre
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mo è stato sul punto di far di me la sua amante; bisogna
che sia di ghiaccio o di pietra con lui", e infatti sarete di
ghiaccio e di pietra.
Dopo essermi rischiarata e rafforzata la voce, risposi:
— Tutto è cambiato per me, signore, e anche io debbo
cambiare. Non ne dubito. Non vi è però altro che un
mezzo per evitare la lotta con i sentimenti, il combatti-
mento con le rimembranze e i ricordi; bisogna che Ade-
le abbia un'altra istitutrice,
— Oh! Adele andrà in pensione, è già stabilito da
molto tempo. Non voglio più vedervi tormentata dagli
odiosi ricordi che vi rammenterebbero Thornfield, que-
sto luogo maledetto, questa tenda di Achab, questo se-
polcro insolente che ostenta alla luce del cielo una mor-
ta viva, quest'inferno abitato da un solo nemico più te-
mibile di una legione di diavoli immaginari. Jane, non
rimarrete qui, non voglio. Ho avuto torto di condurvi a
Thornfield, sapendo da chi era abitato. Prima di vedervi
aveva ordinato che vi si celasse ciò che si raccontava su
questo luogo maledetto, perché sapevo che nessuna go-
vernante sarebbe rimasta presso Adele se avesse cono-
sciuto chi vi abitava e i miei piani non mi permettevano
di condurre altrove la pazza, benché posseda il castello
di Ferndear, più ritirato e più nascosto di questo, e ove
avrei potuto rinchiuderla con sicurezza, se non mi fossi
fatto scrupolo di confinarla in quel luogo umido. È pro-
babile che l'umidità della casa mi avrebbe presto libera-
to dal peso di lei, ma anche ogni malfattore ha una ten-
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