Page 451 - Jane Eyre
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Il signor Rochester mi avvicinò un bicchierino di vino
alle labbra, lo bevvi e mi sentii rianimare. Quindi man-
giai qualcosa che egli mi dette, e mi riebbi del tutto.
Ero nella libreria, seduta su una poltrona, ed egli era
accanto a me.
— Se potessi morir ora, senza soffrire troppo crudel-
mente, — pensavo, — sarei ben contenta. Così non sarei
costretta a far lo sforzo doloroso, che mi spezzerà il
cuore, allontanandomi dal signor Rochester. Debbo la-
sciarlo, eppure non desidero di abbandonarlo, non pos-
so.
— Come vi sentite ora, Jane?
— Molto meglio, signore. Fra poco non avrò altro.
— Bevete ancora un poco di vino, Jane.
Obbedii; poi egli posò il bicchiere sulla tavola, e si
mise davanti a me, guardandomi attentamente.
A un tratto si voltò gettando un grido inarticolato, pie-
no di appassionata commozione, percorse rapidamente
la stanza e si fermò davanti a me come se volesse darmi
un bacio, ma, rammentandomi che le sue carezze erano
proibite, allontanai il viso e respinsi il suo.
— Come! Perché? — esclamò rapidamente. — Oh!
capisco: non volete abbracciare il marito di Berta Ma-
son. Voi credete che le mie braccia non sieno più vuote e
che i miei baci spettino a un'altra.
— In ogni modo non c'è posto per me accanto a voi e
non ho diritto alle vostre carezze.
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