Page 449 - Jane Eyre
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La signora Fairfax non mi aveva neppure cercato, la
           piccola Adele non aveva bussato alla porta. Gli amici ci
           abbandonavano nel dolore, mormorai e tirai il catenac-
           cio per uscir di camera. Urtai contro un ostacolo, la testa
           mi girava ancora e non ci vedeva.
              Non mi riebbi subito. Caddi, ma non per terra; un
           braccio mi sostenne, alzai gli occhi e vidi il signor Ro-
           chester seduto davanti alla porta di camera mia.
              — Uscite finalmente, — mi disse. — Ho atteso a lun-

           go e ascoltato, ma non ho udito nessun rumore, neppure
           un singhiozzo.
              “Se quel silenzio di tomba fosse durato altri cinque
           minuti, avrei sfondato la porta come un ladro.
              — Così mi evitate? Vi siete rinchiusa per piangere
           sola! Avrei preferito di vedervi venire a me in un acces-
           so di violenza. Siete appassionata e mi aspettavo una
           scena. Ero preparato a vedervi piangere, ma desideravo
           che versaste quelle lagrime sul mio petto. Un terreno in-
           sensibile le ha bevute, oppure le avete asciugate col faz-
           zoletto.
              "No, m'inganno, non avete pianto, siete pallida, avete
           gli occhi stanchi, ma non vedo nessuna traccia di lagri-
           me. Allora il vostro cuore ha sparso lagrime di sangue?
              "Ebbene, Jane; non una parola di rimprovero? Nulla
           d'amaro, nulla di pungente? Nulla che ferisca il senti-
           mento o ecciti la passione? State tranquillamente seduta
           costì dove vi ho messa e mi guardate con occhi stanchi e
           passivi.




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