Page 444 - Jane Eyre
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Avete ancora qualche ragione che vi costringerà a rima-
           nere? — domandò il procuratore al signor Mason.
              — No, no, partiamo! — rispose ansiosamente, e si al-
           lontanarono senza congedarsi dal signor Rochester.
              Il pastore rimase per rivolgere alcuni consigli o rim-
           proveri al suo orgoglioso parrocchiano; compiuto questo
           dovere, egli pure se ne andò.
              Io mi era ritirata in camera mia ed ero ritta accanto
           alla porta socchiusa, quando lo sentii andar via.

              La casa s'era vuotata; mi rinchiusi per non essere di-
           sturbata e non mi misi né a piangere né a singhiozzare;
           ero troppo calma per farlo.
              Invece incominciai a togliermi macchinalmente la ve-
           ste da sposa, per indossare quella solita, che credevo di
           aver portata il giorno avanti per l'ultima volta.
              Allora mi sedei.
              Mi sentivo debole e stanca e nascosi la testa fra le
           mani e mi diedi a riflettere.
              Fino a quel momento non avevo fatto altro che ascol-
           tare, guardare e seguire colui che mi aveva condotta o
           piuttosto trascinata, avevo veduto il succedersi degli av-
           venimenti, udito le rivelazioni, ora pensavo.
              La mattina era trascorsa tranquilla, meno la breve
           scena con la pazza.
              In chiesa tutti erano stati calmi, non vi erano state né
           esplosioni di passione, né vivi alterchi, né sfide, né la-
           grime.
              Erano   state   soltanto   pronunziate   poche   parole;   un
           uomo, a sangue freddo, era venuto a dichiarare che vi


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