Page 445 - Jane Eyre
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era un ostacolo al matrimonio; il signor Rochester aveva
fatto alcune domande dure e brevi; le risposte erano sta-
te chiare e evidenti; il mio padrone si era deciso a rive-
lare l'intera verità, e ci aveva mostrato la prova palpabile
del suo crimine; gli estranei s'erano allontanati e tutto
era finito.
Ero in camera mia come al solito, non ero stata né
colpita, né offesa, eppure dov'era la Jane Eyre di un
tempo? dove erano la sua vita, le sue speranze?
Jane Eyre, la donna così ardente, così bramosa, la
sposa, era una ragazza triste e solitaria, la sua vita era
scolorata, i suoi sogni erano svaniti.
Un gelo invernale era sopraggiunto a metà dell'estate;
una tempesta di dicembre si era scatenata nel mese di
giugno.
Il ghiaccio aveva distrutto le frutta mature e le rose
fiorenti; la brina aveva ricoperto le mèssi.
Ieri i sentieri erano olezzanti di fiori, oggi monti di
neve incontaminata li rendono impraticabili, e i boschi,
che dodici ore prima erano agitati dalla brezza profuma-
ta, si stendono ora deserti e bianchi, come le foreste di
abete della Norvegia.
Le mie speranze erano state uccise da un destino
amaro.
Pensavo ai miei sogni, così ridenti ieri, e oggi lividi
come cadaveri, che nessun potere poteva rianimare.
Pensavo al mio amore, a quel sentimento che apparte-
neva al mio padrone, che egli aveva creato; tremava nel
mio cuore come un bimbo malato in una culla fredda; la
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