Page 450 - Jane Eyre
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"Jane, non ho mai avuto l'intenzione di farvi soffrire.
           Se un uomo avesse un'agnellina cui volesse bene come a
           una figlia, che dividesse con lui il pane e bevesse alla
           medesima coppa e dormisse sul suo petto, ed egli la por-
           tasse per caso al macello, non si pentirebbe dinanzi alla
           ferita sanguinante, quanto io di quella che ho fatto. Mi
           perdonerete mai?
              Gli perdonai subito. Vi era un rimorso così profondo
           nei suoi occhi, una pietà così sincera nella sua voce, una

           energia così maschia nella sua maniera, e inoltre vi era
           ancora tanto amore nel suo sguardo e nel suo volto, che
           gli perdonai tutto, non a parole, ma con tutto il cuore.
              — Voi mi giudicate molto cattivo, Jane? — mi do-
           mandò fissandomi. Si doveva meravigliare del mio si-
           lenzio e della mia mansuetudine, che erano il risultato
           più della mia debolezza che della mia volontà.
              — Sì, signore.
              — Allora ditemelo chiaro e tondo, senza attenuare
           nulla.
              — Non posso, sono stanca e malata; vorrei un po'
           d'acqua.
              Fremè, mandò un sospiro profondo, poi sollevandomi
           nelle braccia mi portò qui.
              Da principio non mi resi conto in quale stanza mi
           avesse portata; tutto era scuro intorno a me, ma ben pre-
           sto sentii il calore vivificante del fuoco, perché ero fred-
           da come il ghiaccio.






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