Page 424 - Jane Eyre
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— Ma doveva ben essere alcuna di costoro, — inter-
ruppe il mio padrone.
— No, signore, vi assicuro di no; mai avevo visto sul
terreno di Thornfield la donna che stava dinanzi a me.
La statura, i contorni, tutto era nuovo per me.
— Fatemi il suo ritratto, Jane.
— Ella mi parve grande e forte, capelli neri e folti le
pendevano sul dorso. Non so che vestito portasse, era
bianco e diritto, ma non vi posso dire se fosse una stof-
fa, un drappo o un lenzuolo.
— Avete veduto la sua fisonomia?
— Nel primo momento, no, ma ben presto ella stacca
il mio velo, lo solleva, lo guarda a lungo, e gettandoselo
sul capo, si volge verso uno specchio. Allora vidi perfet-
tamente il suo viso e i suoi tratti nel cristallo.
— E com'erano?
— Mi parvero spaventevoli: non ho mai veduto, mio
signore, una figura simile. Il suo viso era selvaggio e
scolorito; vorrei poter dimenticare quegli occhi iniettati
che si muovevano nelle loro orbite, e i suoi tratti neri e
gonfiati.
— I fantasmi generalmente sono pallidi, Jane.
— Quello là, signore, era d'un color porpora, aveva le
labbra nere e enfiate, la fronte solcata, i sopraccigli scu-
ri, e collocati molto al di sopra degli occhi d'un rosso
sangue. Volete che vi dica chi mi ha ricordato quel fan-
tasma?
— Sì, Jane.
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