Page 425 - Jane Eyre
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— Ebbene, mi rammentò lo spettro alemanno appel-
           lato vampiro.
              — Che fece allora?
              — Signore, ritirò il velo dal suo capo, lo lacerò in
           due, lo gettò a terra e lo calpestò sotto i piedi.
              — E poi?
              — Sollevò le cortine della finestra e guardò fuori;
           forse vide spuntare il giorno perché prese la candela e si
           diresse verso la porta; ma il fantasma si arrestò davanti

           al mio letto, i suoi occhi fiammeggianti si fissarono su
           di me. Avvicinò il lume alla mia figura e lo spense sotto
           i miei occhi; sentii che il suo viso terribile era vicinissi-
           mo al mio, e smarrii i sensi; per la seconda volta in mia
           vita soltanto, io svenni di paura.
              — Chi era con voi quando riprendeste conoscienza?
              — Nessuno, signore; era giorno chiaro e mi alzai, mi
           bagnai la testa e bevvi; mi sentivo debole, ma non avevo
           alcun dolore, e stabilii di non narrare a nessun altro che
           a voi la mia avventura. Ora ditemi, signore, chi era quel-
           la donna?
              — Una creazione del vostro cervello esaltato; bisogna
           che abbia molta cura di voi, tesoro mio; nervi come i
           vostri debbono essere trattati con riguardo.
              — Assicuratevi, signore, che i miei nervi non hanno
           nulla che fare in tutto ciò; la visione era reale; tutto
           quello che vi ho narrato è avvenuto.
              — E i vostri sogni precedenti erano anche veri? La
           villa di Thornfield è forse in rovina? Sono forse separato




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