Page 421 - Jane Eyre
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d'un cammino ignoto, una oscurità completa mi circon-
dava, la pioggia rendeva fradice le mie vesti. Portavo un
piccolo fanciullo, troppo giovane e troppo debole per
camminare; rabbrividiva nelle mie braccia ghiacciate e
piangeva amaramente. Credevo, signore, che foste sulla
strada molto innanzi, e mi sforzavo a raggiungervi. Fa-
cevo sforzi sopra sforzi per pronunciare il vostro nome e
pregarvi di fermarvi; ma le mie gambe erano incatenate,
le parole mi spiravano sulle labbra, e in questo tempo
sentivo che vi allontanavate sempre più.
— E questi sogni pesano ancora sul vostro spirito,
Jane, mentre sono vicino a voi, o fanciulla nervosa! Di-
menticate i dolori fittizi per non pensare che alla vera
felicità. Voi dite di amarmi, Jane, e non lo dimenticherò,
e non potete più negarlo. Quelle parole là non sono spi-
rate sulle vostre labbra, le ho ben capite: erano chiare e
dolci, forse troppo solenni, ma dolci come una musica.
Voi mi avete detto: è una bella cosa per me aver la spe-
ranza di vivere con voi, "Edoardo, perché vi amo". Mi
amate voi, Jane? Ripetetelo ancora.
— Sì, signore, io vi amo di tutto cuore.
— Ebbene, — egli disse, dopo alcuni minuti di silen-
zio, — è strano, ciò che voi mi avete detto mi fece male.
Io penso che ne fu causa l'averlo detto con un'energia sì
profonda e religiosa, perché nello sguardo che fissaste
su me, eravi una fede, una fedeltà e una devozione sì su-
blime che parvemi vedere uno spirito vicino a me e che
ne fossi abbarbagliato. Jane, guardatemi, nel modo che
sapete voi sola guardare, scagliatemi uno dei vostri sor-
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