Page 417 - Jane Eyre
P. 417

—  Anche   i   miei;   ho   tutto   sistemato.   Lasceremo
           Thornfield  domattina,   mezz'ora   dopo  il   ritorno  dalla
           chiesa.
              — Benissimo, signore.
              — Nel pronunziare quella parola avete stranamente
           sorriso, Jane; le vostre guance si sono accese, gli occhi
           vi brillano; vi sentite bene, Jane?
              — Credo.
              — Credete! Ma che cosa c'è? Ditemi quello che pro-

           vate.
              — Non posso, signore; nessuna parola può esprimere
           ciò che io provo. Vorrei che quest'ora durasse sempre;
           chi sa che cosa ci recherà la seguente?
              — Questo è frutto dell'ipocondria, Jane. Siete stata
           troppo eccitata e vi siete soverchiamente affaticata.
              — Signore, vi sentite calmo e felice?
              — Calmo? no, ma felice sì, fino in fondo al cuore.
              Lo guardai, cercando di leggergli in viso la gioia. Era
           ardente e appassionato.
              — Confidatevi meco, Jane, — mi disse, — sollevate
           lo spirito dal peso che l'opprime, sfogandovi. Che cosa
           temete? Che forse io non sia un buon marito?
              — Non ne dubito neppure.
              — Siete in apprensione per la vostra nuova situazione
           sociale, o per la vita che state per incominciare?
              — No.
              — Jane, mi turbate. Il vostro sguardo e la vostra voce
           rivelano un'audacia penosa che mi affligge e mi rende
           perplesso. Desidero una spiegazione.


                                         419
   412   413   414   415   416   417   418   419   420   421   422