Page 415 - Jane Eyre
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— No, signore, nulla; non sono più né sgomentata, né
infelice.
— Allora siete stata sgomenta e infelice?
— Un poco; vi racconterò tutto più tardi, signore, ma
sono sicura che riderete della mia inquietudine.
— Riderò volentieri quando sarà passata la mattinata
di domani: fino allora non oso, non sono ancora ben si-
curo del mio premio. Perché da un mese mi sgusciate di
mano come un'anguilla e pungete come un cespuglio di
rose? Non ho potuto allungare un dito, senza sentirmi
pungere e ora state tranquilla fra le mie braccia come un
agnellino mansueto. Non è vero, Jane, che vi siete allon-
tanata dal gregge per cercare il vostro pastore?
— Avevo bisogno di voi, ma non esultate ancora. Ec-
coci a Thornfield; lasciatemi scendere.
Mi posò in terra, John venne a prendere il cavallo e il
signor Rochester mi seguì nel vestibolo per dirmi di an-
dare e cambiarmi il vestito e di raggiungerlo nella bi-
blioteca.
Mentre stavo per salir le scale, mi fermò e fecemi
promettere di far presto.
Dopo cinque minuti lo raggiunsi e lo trovai a cena.
— Prendete una seggiola e tenetemi compagnia, Jane.
Se a Dio piace, questo sarà l'ultimo pasto che farete a
Thornfield per molto tempo.
Mi sedei accanto a lui, ma gli dissi che non potevo
mangiare.
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