Page 428 - Jane Eyre
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che non dormiate sola; promettetemi di andare nella ca-
           mera d'Adele.
              — Lo faccio volentieri, signore.
              — Chiudetevi dentro. Quando salite, dite a Sofia di
           svegliarvi presto, perché alle otto dovete esser già vesti-
           ta ed aver fatto colazione. E ora non abbiate più tristi
           pensieri, cacciate i penosi ricordi, Jane. Sentite, il vento
           s'è calmato, la pioggia ha cessato di battere contro i ve-
           tri. Guardate, — aggiunse alzando le tende, — che bella

           nottata!
              Diceva il vero; la metà del cielo era sereno, soffiava il
           vento d'occidente e le nubi fuggivano verso oriente in
           lunghe colonne argentee; la luna splendeva tranquilla.
              — Ebbene, — mi disse il signor Rochester esaminan-
           domi gli occhi, — come sta la mia piccola Jane ora?
              — La notte è serena, e così sono io pure, signore.
              — Non sognate separazione né dolori, ma un amore
           felice e un'unione benedetta.
              La predizione si avverò soltanto a metà.
              Non feci sogni dolorosi, ma neppure felici, perché
           non dormii punto.
              Stringevo Adele fra le braccia, contemplando il sonno
           dell'infanzia, così calmo, così innocente, così poco tur-
           bato dalle passioni, e così aspettai il giorno.
              Tutto ciò che vi era di vita in me, si agitava.
              Appena il sole sorse, mi alzai.
              Mi rammento che Adele mi strinse a sé quando stavo
           per lasciarla; l'abbracciai e mi tolsi dal collo la sua pic-




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