Page 407 - Jane Eyre
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— Sì, davvero: ho diritto di morire a suo tempo,
           come ne avete diritto voi, ma aspetterò che la morte
           giunga senza affrettarla.
              Mi   domandò   se   volevo   perdonargli   quell'egoistico
           pensiero o suggellare il perdono con un bacio.
              No: volevo piuttosto esser scusata.
              Allora mi sentii trattare di "creaturina dura" e aggiun-
           se che ogni altra donna avrebbe pianto lagrime di tene-
           rezza, sentendosi cantare le proprie lodi.

              Lo assicurai che difatti ero molto dura e inflessibile e
           che tale mi avrebbe trovata spesso in seguito, e che del
           resto ero desiderosa di mostrargli quanti lati bizzarri
           aveva il mio carattere prima che fossero passate quelle
           quattro settimane, affinchè sapesse a che cosa s'impe-
           gnava, mentre era ancora in tempo di tirarsi addietro.
              Mi rispose di calmarmi e di parlare ragionevolmente.
              Gli risposi che desideravo di esser calma e di parlare
           ragionevolmente e mi lusingavo di averlo fatto sempre.
              Egli si agitò sulla sedia con palese impazienza. "Be-
           nissimo, — pensavo, — potete agitarvi e indispettirvi,
           se vi piace, ma sono convinta che questo sia il miglior
           mezzo di condurmi con voi. Vi amo immensamente ma
           non voglio cadere in una esagerazione di sentimento;
           voglio, con l'asprezza delle mie risposte, tenervi lontano
           dal precipizio e serbare fra noi una distanza, utile ad en-
           trambi.
              A poco a poco lo spinsi in una grande collera e quan-
           do si fu ritirato in un cantuccio all'altra estremità della




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