Page 402 - Jane Eyre
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— Acconsentirei a essere nelle vostre mani, Jane.
              — E non avrei misericordia, signor Rochester, spe-
           cialmente se i vostri occhi avessero la stessa espressione
           che hanno ora. Vedendo il vostro sguardo, sarei sicura
           che non firmereste lo statuto altro che con la forza, e il
           primo atto, dopo ricuperata la libertà, sarebbe quello di
           violarne le condizioni.
              — Perché, Jane, me ne vorreste porre? Temo che, ol-
           tre il matrimonio celebrato all'altare, mi vogliate impor-

           re un'altra cerimonia. Volete stipulare, vedo, certe spe-
           ciali condizioni: quali sono?
              — Vi domando solamente un po' di condiscendenza
           nella volontà, la quale deve sapersi liberare dagli obbli-
           ghi imposti del mondo. Vi rammentate quello che mi di-
           ceste di Celina Varens, dei brillanti e dei cachemires che
           le avevate regalati? Non voglio essere per voi una Celi-
           na Varens inglese, e per ora continuerò ad essere soltan-
           to l'istitutrice di Adele; così guadagnerò il vitto e l'allog-
           gio e le mie trenta sterline l'anno. Voglio provvedere del
           mio alle spese di vestiario, e voi non mi darete nulla, al-
           tro....
              — Altro che?
              — Altro che il vostro affetto, e, se io vi dò il mio, sa-
           remo pari.
              — Bene, ma in quanto a impudenza e orgoglio, non
           avete l'eguale, — disse. — Ci avviciniamo a Thornfield;
           vorreste degnarvi di pranzare oggi con me? — mi do-
           mandò mentre passavamo il cancello del parco.
              — No, signore, vi ringrazio.


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