Page 399 - Jane Eyre
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La fata indicò di nuovo la luna. Adele, l'anello l'ho in
           tasca, sotto l'apparenza di una sterlina, ma voglio di
           nuovo trasformarlo in anello.
              — Ma che cosa c'entra la signorina con questo rac-
           conto? M'importa poco della fata; avete detto che vole-
           vate condurre la signorina nella luna.
              — La signorina è una fata, — rispose egli misteriosa-
           mente.
              Dissi allora ad Adele di non occuparsi di quel chiac-

           chierio ed ella, col suo profondo scetticismo di francese,
           sentenziò che il signor Rochester era un vero bugiardo e
           che non credeva alla fiaba, perché del resto le fate non
           c'erano, e anche se ci fossero non apparirebbero a lui per
           offrirgli un anello e invitarlo ad abitare la luna.
              L'ora che spendemmo a Millcote fu assai noiosa per
           me.
              Il signor Rochester volle che andassi in una bottega di
           telerie e cercava d'indurmi a scegliere una mezza dozzi-
           na di vestiti.
              Non ne avevo voglia e gli domandai di rimetter la
           scelta a un'altra volta; ma no, dovetti ubbidire.
              Tutto ciò che ottenni fu di ridurre il numero dei vestiti
           da sei a due, ma giurò che quei due li avrebbe scelti lui.
              Vidi con pena che i suoi occhi si fermavano sulle
           stoffe chiare, al fine si decise per una color ametista
           molto ricca e su un'altra di raso rosa.
              Ripresi a parlargli sotto voce e gli feci osservare che
           tanto valeva darmi un vestito d'oro e un cappello d'ar-
           gento, che non avrei mai e poi mai portato quelle stoffe.


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