Page 392 - Jane Eyre
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ma che la riveda, perché mi duole di esser mal giudicata
da una così brava donna.
— Salite in camera e mettetevi il cappello: vorrei
condurvi stamane a Millcote. Mentre vi vestirete, io cer-
cherò di illuminare la mente della vecchia signora. Pen-
serà forse, Jane, che siete perduta, perché mi avete dato
il vostro amore?
— Credo che si figuri che io abbia dimenticato la mia
situazione, e voi la vostra, signore.
— Situazione! Situazione! Vi ho collocata nel mio
cuore, e guai a chi vorrebbe insultarvi ora o in seguito.
Andate!
Mi vestii in un attimo, e, quando sentii uscire il signor
Rochester dal salotto della vedova, corsi giù. La vecchia
signora leggeva la Bibbia, come soleva fare ogni matti-
na, e aveva posato gli occhiali; per il momento pareva
che avesse dimenticato l'occupazione sospesa all'entrare
del signor Rochester; gli occhi fissi sul muro esprimeva-
no la profonda meraviglia di uno spirito tranquillo che
ha appreso una straordinaria notizia.
Vedendomi si alzò, fece uno sforzo per sorridere e
mormorò alcune parole di congratulazione, ma il sorriso
spirò sulle labbra e la frase rimase incompleta; si mise
gli occhiali, chiuse la Bibbia ed allontanò la sedia dalla
tavola.
— Sono così meravigliata, signorina Eyre, che non so
che cosa debbo dirvi. Certo non ho sognato.... Qualche
volta, quando sto qui sola, mi addormento e mi figuro
cose che non sono accadute; spessissimo ho creduto di
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