Page 389 - Jane Eyre
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— Parlate, dunque, ma vorrei che invece di farmi una
           semplice domanda curiosa, alla quale forse è legato un
           segreto, mi aveste chiesto la metà delle mie ricchezze.
              — Ebbene, re Assuero, che cosa farei della metà del
           vostro patrimonio? Credete che sia un ebreo usuraio,
           che voglia appropriarmi della metà dei vostri possessi?
           Vorrei  avere  la vostra  confidenza;  perché  mi  negate
           quella, quando mi date il cuore?
              — Siete la benvenuta, Jane, se volete essere a parte di

           quelle confidenze che sono degne di voi; ma per l'amor
           di Dio, non cercate di caricarvi di un fardello inutile!
           Non allungate le labbra verso il veleno, non chiedetemi
           un dono pericoloso!
              — Perché no, signore? Mi avete detto appunto quanto
           vi faceva piacere di esser soggiogato, di esser convinto.
           Non credete che farei bene a strapparvi una confessione,
           a pregare, a supplicare, a piangere anche, per esperi-
           mentare il mio potere?
              — Vi sfido a fare una prova siffatta: cercate d'indovi-
           nare e il giuoco terminerà subito.
              — Davvero, signore? Ci rinunciate così presto? Ma
           come vi siete fatto tetro! Le vostre palpebre sono gonfie
           come il mio dito e la vostra fronte è densa di nubi. Così
           sarete una volta ammogliato, signore?
              — E se voi sarete così una volta maritata, io, come
           cristiano, devo rinunziare a unirmi con uno spirito o con
           una salamandra. Ma che cosa volevate domandarmi,
           piccina? Sbrigatevi!




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