Page 385 - Jane Eyre
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udendolo parlare così, perché capivo che voleva illudere
           me, o illudere sé stesso. — Voglio vestire la mia Jane di
           raso e di trina e deve avere rose nei capelli, e le coprirò
           il capo adorato con un velo da principessa.
              — Allora non mi riconoscerete più, sarò una scimmia
           vestita da arlecchino, un corvo con le penne di pavone,
           non sarò più la vostra Jane Eyre.
              "Non mi meraviglierei di più se vi vedessi vestito da
           attore, che se vedessi me stessa in abito di corte; io non

           vi dico che siete bello, benché vi ami molto, anzi troppo
           per lusingarvi; perciò non mi adulate.
              Egli continuò sullo stesso tema, senza accorgersi del
           dispiacere che mi recava.
              — Oggi stesso, — riprese, — vi condurrò in carrozza
           a Millcote per farvi scegliere alcuni abiti. Vi ho detto
           che   dobbiamo   sposarci   fra   quattro   settimane,   senza
           pompa, e dopo partiremo per Londra.
              "Di là condurrò il mio tesoro nelle regioni del sole,
           fra i vigneti della Francia e nelle pianure italiane, ed ella
           deve vedere tutto quanto vi è di famoso nella storia anti-
           ca e nella moderna, deve conoscere la vita delle città e
           capire che cosa vale, paragonandosi con le altre donne.
              — Viaggerò.... e con voi, signore?
              — Dovete stare qualche tempo a Parigi, a Roma, a
           Napoli, a Firenze, a Venezia e a Vienna; tutti i paesi, che
           ho percorsi, voglio di nuovo visitarli con voi; ovunque
           ho posato il piede, dovete posarvelo pur voi, piccola sil-
           fide. Per dieci anni ho viaggiato l'Europa mezzo pazzo
           di rabbia, di odio e di disgusto come i miei compagni;


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