Page 386 - Jane Eyre
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ora guarito e redento, visiterò di nuovo quei luoghi con
l'angiolo che mi conforta e mi sorregge.
Risi nel sentirlo parlar così.
— Non sono un angiolo, — gli dissi, — e non voglio
esserlo finché non muoio; voglio esser quella che sono.
Signor Rochester, non dovete aspettarvi di trovare in me
nulla di angelico, sareste deluso, come io se cercassi in
voi qualcosa di divino.
— Che cosa vi aspettate di trovare in me?
— Per qualche tempo sarete come adesso, ma per
poco, poi diverrete di nuovo freddo, poi capriccioso, poi
cupo, ed io dovrò darmi molta pena per piacervi; quan-
do per altro, vi sarete assuefatto a me, mi vorrete di nuo-
vo bene.... dico, mi "vorrete bene" e non mi amerete. Il
vostro amore svanirà dopo sei mesi o anche meno. Ho
osservato che, nei libri scritti dagli uomini, questo perio-
do è assegnato come limite massimo all'ardore dei mari-
ti. Ma come compagna e come amica credo che non di-
verrò mai spiacevole agli occhi del mio caro signore.
— Spiacevole! E non amarvi più! Vi vorrò sempre
bene e poi sempre, e vi costringerò a riconoscere che
non soltanto vi voglio bene, ma che vi amo, di amore
vero, fervente e costante.
— Non siete forse capriccioso, signore?
— Con le donne che mi piacciono soltanto per la loro
faccia, sono più perfido del diavolo, specialmente quan-
do mi accorgo che non hanno né cuore né anima, quan-
do mi dimostrano la loro volgarità, la loro trivialità e
spesso anche la loro imbecillità; ma quando incontro un
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