Page 391 - Jane Eyre
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mente: credete che la signorina Ingram non soffra per la
vostra disonesta opera? Non si sentirà umiliata e abban-
donata?
— È impossibile, perché, come vi ho detto, è lei al
contrario che mi ha respinto; l'idea della mia miseria
raffreddò, o meglio estinse in un momento la sua fiam-
ma.
— Avete un curioso modo di ragionare, signor Ro-
chester, e temo che i vostri principii, sotto molti punti di
vista, sieno strani.
— Essi non sono mai stati diretti, Jane, e possono es-
sersi spesso sviati.
— Ebbene, ditemi seriamente: posso io accettare la
grande felicità che mi offrite, senza tema che altri soffra
gli atroci dolori che io stessa ho patiti?
— Sì, potete, mia cara e buona piccina; nessun'altra
creatura al mondo ha per me il vostro puro amore; per-
ché la mia anima si sente dolcemente accarezzata dalla
vostra affezione, Jane.
Volsi le labbra verso la mano, che egli mi aveva posa-
ta sulla spalla, e la baciai.
Lo amavo tanto, più di quanto volevo confessarlo a
me stessa, più di quanto si possa esprimere con parole.
— Chiedetemi qualche altra cosa, — diss'egli, — è
una delizia per me di esser pregato e di cedere.
Avevo la mia domanda bell'e pronta.
— Comunicate le vostre intenzioni alla signora Fair-
fax, signore, — dissi, — mi vide iersera con voi nel ve-
stibolo e rimase turbata. Datele alcune spiegazioni pri-
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