Page 381 - Jane Eyre
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Nonostante che il vento soffiasse con violenza, che il
tuono scrosciasse dopo ogni saetta, che l'acqua cadesse
a torrenti per due ore, io non provai sgomento.
Il signor Rochester venne tre volte alla mia porta per
domandarmi se ero tranquilla, se stavo bene.
Questo era bastante per rendermi forte e calma.
La mattina dopo, prima che mi alzassi, la piccola
Adele corse in camera mia per dirmi che il grande ippo-
castano, in fondo al pomario, era stato colpito dal fulmi-
ne e squarciato per metà.
IV.
Nel vestirmi, riandavo col pensiero gli avvenimenti
della sera prima e mi pareva di aver sognato.
Non fui certa della realtà se non quando rividi il si-
gnor Rochester e ebbi riudite da lui le parole d'amore e
le promesse.
Mentre mi pettinavo, mi guardai nello specchio e mi
accorsi che la bruttezza era sparita dal mio volto, per dar
luogo a un'espressione di vita e di speranza; pareva che i
miei occhi avessero fissato la fonte della gioia e preso in
prestito alle sue onde trasparenti il loro scintillìo.
Spesso avevo guardato a malincuore il mio padrone,
temendo che il mio volto gli spiacesse; ora ero sicura di
poter alzare su di lui lo sguardo, senza che il suo amore
si raffreddasse per la espressione che vi poteva scorgere.
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