Page 376 - Jane Eyre
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— Vi domando di trascorrere la vita al mio fianco, di
essere un secondo me stesso, la mia miglior compagna
sulla terra.
— Sotto questo rispetto avete già fatta la vostra scelta
e non potete cambiarla.
— Jane, siete troppo eccitata, calmatevi un poco; sta-
rò tranquillo io pure.
Un soffio di vento agitò le rame del castagno e passò
oltre, oltre, perdendosi in distanza infinita.
Il canto dell'usignolo era il solo suono che si udisse in
quel momento.
Io lo ascoltavo e mi misi a piangere.
Il signor Rochester era seduto tranquillamente e mi
guardava con dolce serietà. Non fiatò per qualche tem-
po, poi mi disse:
— Venite accanto a me, Jane. Cerchiamo di spiegarci
e d'intenderci.
— Non tornerò più al vostro fianco, ho potuto fuggire
e non tornerò più.
— Ma, Jane, ve lo chiedo come se foste mia moglie;
non voglio sposare altra donna che voi. Tacevo, creden-
do che si burlasse di me.
— Venite, Jane, venite qui.
— La vostra fidanzata sta fra noi.
Si alzò e mi raggiunse.
— La mia fidanzata è qui, — disse, stringendomi di
nuovo a sé, — la mia fidanzata è qui, perché è lei la mia
eguale, la mia simile. Jane, volete sposarmi?
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