Page 372 - Jane Eyre
P. 372
Dissi queste parole quasi involontariamente, e invo-
lontariamente pure mi misi a piangere. Però cercavo di
reprimer le lagrime e di non farle vedere.
Il pensiero della signora O' Gall di Bitternutt-Ladge
mi agghiacciava, ed agghiacciavami anche più il pensie-
ro delle onde che dovevano eternamente dividermi dal
padrone, a fianco del quale io passeggiavo; ma sopratut-
to mi gelava il pensiero che la ricchezza, la posizione e
l'uso sociale erano venuti a intromettersi fra me e coloro
che naturalmente e inevitabilmente amavo.
— È molto lontano, — osservai di nuovo.
— Certo, e quando sarete a Bitternutt-Ladge, nella
contea di Connaught in Irlanda, non vi vedrò più, perché
non andrò mai in Irlanda, non lo posso soffrire quel pae-
se. Siamo stati buoni amici, Jane, non è vero?
— Sì, signore.
— E quando gli amici stanno per separarsi spendono
insieme il poco tempo che rimane loro. Venite, parlere-
mo del viaggio e di questa separazione per una mezz'o-
retta, mentre le stelle incominciano il loro viaggio lumi-
noso nel cielo; ecco un castagno d'India, con un sedile.
Vi staremo in pace stasera, benché non siamo destinati a
sedere più accanto.
Mi fece sedere e si accostò a me.
— L'Irlanda è molto distante, Jane, e mi duole che la
mia piccola amica debba andar tanto lontano, ma come
fare se non si trova nulla di meglio? Jane, vi pare di es-
sermi un poco affezionata?
374