Page 374 - Jane Eyre
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ri ed esclusa dal comunicare con ciò che è bello, energi-
co e devoto. Ho parlato faccia a faccia con chi venero,
con chi mi delizia, con uno spirito forte, originale e illu-
minato. Vi ho conosciuto, signor Rochester, e sono col-
pita di terrore e di angoscia, pensando che debbo la-
sciarvi per sempre. Vedo la necessità della separazione,
che mi si presenta come la necessità della morte.
— Dove vedete questa necessità? — mi domandò a
un tratto.
— Dove? Voi, signore, me l'avete posta sotto gli oc-
chi.
— In quale forma?
— Sotto la forma della signorina Ingram; una nobile
e bella donna.... la vostra sposa.
— La mia sposa? Quale sposa? Non ho spose!
— Ma l'avrete.
— Sì, ne avrò una, — disse stringendo i denti.
— Allora debbo partire; l'avete detto voi stesso.
— No, dovete restare; lo giuro e terrò il mio giura-
mento.
— Vi dico che debbo andarmene, — replicai eccitata
da qualcosa di simile alla passione. — Credete che pos-
sa rimanere non essendo nulla per voi? Credete che sia
un automa? Credete che sopporterei di vedermi strappa-
to di bocca il mio pezzetto di pane, e allontanata dalla
bocca la mia goccia d'acqua vitale? Credete, perché son
povera, oscura, brutta, piccina, che non abbia né anima,
né cuore! E se Iddio mi avesse fatta bella e ricca, avrei
resa amara per voi la separazione, come è ora per me.
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