Page 367 - Jane Eyre
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Qui si poteva camminare senza esser veduti. Com-
mossa dalla dolcezza della serata, tremai di passar la
vita in quel luogo silenzioso, tra quegli alberi, sui quali
la luna nascente spandeva i suoi raggi.
A un tratto mi fermai, non perché avessi veduto qual-
cuno, ma perché avevo sentito un odore noto.
Non era quello dei caprifogli, né dei garofani, né dei
gelsomini, né delle rose, sapevo bene che quell'odore
veniva dal sigaro del signor Rochester. Guardai intorno
a me, ascoltando.
Vidi gli alberi carichi di frutti, sentii cantare l'usigno-
lo, ma non distinsi nessuna forma umana, non udii nes-
sun passo; e siccome l'odore aumentava, volli fuggire,
ma quando stavo per uscire dal pomario, vidi il signor
Rochester che entrava.
Mi celai allora da un lato, nella grotta tappezzata di
edera, sperando che se ne andasse presto e che io potessi
evitarlo.
Ma mi ero ingannata; la serata e il pomario gli parve-
ro così attraenti come erano parsi a me.
Egli passeggiava alzando ora i rami dell'uva spina,
con i frutti grossi come prune, ora coglieva una ciliegia
o si curvava sui fiori per aspirarne il profumo o per
guardare la rugiada che ne copriva la corolla.
Un grosso scarabeo passò accanto a me ronzando e
andò a posarsi su una pianta davanti al signor Roche-
ster; egli lo vide e si chinò per guardarlo.
— Ora, — pensai, — mi volta le spalle ed è occupa-
to; non mi vedrà e potrò uscire senza che se ne accorga.
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