Page 359 - Jane Eyre
P. 359
Ad occidente l'orizzonte aveva una tinta calda: pareva
un focolare acceso, un altare ardente dietro un paravento
di vapori marmorizzati, dalle cui fessiture scaturissero
raggi di un rosso dorato.
Ero felice di veder abbreviare il cammino dinanzi a
me, così felice che mi fermai per domandare a me stessa
da che provenisse quella gioia, e per rammentarmi bene
che non tornavo a casa mia, né in un luogo ove sarei po-
tuta restare, né dove mi avrebbero attesa amici affettuo-
si.
— La signora Fairfax, — dicevo a me stessa, — ti
darà, sorridendo dolcemente, il benvenuto, Adele batterà
le mani e ti salterà incontro, ma tu sai che pensi a un'al-
tra persona e che quella persona non pensa a te!
Ma v'è nulla di più ostinato della gioventù? Di più
cieco che l'inesperienza?
Tutt'e due mi affermavano che il vedere il signor Ro-
chester, anche se non avesse badato a me, sarebbe stato
un piacere sufficiente; e poi tutt'e due aggiungevano:
"Sbrigati, cerca di star con lui quanto puoi, sieno pure
pochi giorni o settimane; poi devi allontanartene per
sempre!"
Allora lottavo con una nuova angoscia, con un pen-
siero, che non potevo confessare a me stessa, né discac-
ciare.
Mietevano anche nei prati di Thornfield e i contadini
tornavano a casa col rastrello sulle spalle mentre io
giunsi.
361