Page 354 - Jane Eyre
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Era troppo tardi per lei per fare lo sforzo di cambiare
           il suo consueto modo di vedere; mi aveva sempre odiata
           in vita, doveva odiarmi morendo.
              Era entrata l'infermiera, seguita da Bessie. Io rimasi
           mezz'ora sperando che la malata mi desse qualche segno
           di amicizia, ma non me ne diede alcuno.
              Era ricaduta nel letargo e non riacquistò più cono-
           scenza, e a mezzanotte morì; ma non ero presente per
           chiuderle gli occhi e non vi erano neppure le figlie.

              La mattina dopo fummo avvertite che tutto era termi-
           nato.
              Elisa ed io andammo a vederla; Georgiana si mise a
           singhiozzare e disse che non osava venir con noi.
              Sarah Reed, un tempo robusta, attiva, rigida e calma,
           era stesa sul letto mortuario, i suoi occhi di bronzo era-
           no coperti dalle fredde palpebre; la fronte e i lineamenti
           portavano tuttora l'impronta dell'anima inesorabile.
              Quel corpo era per me cosa strana e solenne; vi gettai
           uno sguardo triste, ma non m'inspirava nessun dolce
           sentimento di speranza, di pietà o di rassegnazione.
              Sentii un dolore acuto per le sue pene, non per la mia
           perdita, e un cupo terrore davanti alla morte contempla-
           ta in quella forma spaventosa.
              Elisa guardò calma la madre, poi disse dopo averla
           contemplata:
              — Con la sua costituzione avrebbe dovuto vivere
           molto più; i dolori l'hanno uccisa.






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