Page 355 - Jane Eyre
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La bocca di Elisa si contrasse un momento per lo spa-
simo; poi uscì di camera ed io la seguii. Nessuna di noi
aveva pianto.
II.
Il signor Rochester mi aveva dato soltanto una setti-
mana di permesso e pure non partii da Gateshead se non
dopo un mese.
Volevo andarmene subito dopo i funerali, ma Geor-
giana mi pregò di attendere la sua partenza per Londra,
perché alfine era stata invitata da suo zio Gibson, il qua-
le era venuto ad assistere alla sepoltura della signora
Reed e a regolare le faccende di famiglia.
Georgiana diceva di non voler rimanere sola con sua
sorella, perché non poteva trovare in lei né simpatia nel
dolore, né appoggio nei suoi dolori, né aiuto nei suoi
preparativi.
Fui dunque costretta a sopportare gli egoistici lamenti
di quella creatura debole di mente ed aiutarla a cucire e
a riporre nei bauli i suoi vestiti.
È vero che mentre io lavoravo ella si riposava, ed io
pensavo fra me: "Se fossimo destinati a vivere insieme,
cara cugina, le cose andrebbero diversamente e non sop-
porterei davvero di lavorare da sola; vi lascerei la vostra
parte di lavoro e se non voleste farlo, nessuna lo farebbe
per voi; vi pregherei di risparmiarmi anche i vostri la-
menti, poco sinceri; ma siccome le nostre relazioni deb-
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