Page 353 - Jane Eyre
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"Credo che siate nata per il mio tormento; la mia ulti-
ma ora è amareggiata da una colpa, che senza di voi non
avrei mai commessa.
— Se poteste non pensarci più, zia, e guardarmi con
tenerezza e indulgenza!
— Avete una cattiva natura — mi disse — una natura
che mi è stato impossibile di capire fino ad oggi. Come
avete potuto esser paziente per nove anni ed accettare
tutti i trattamenti, per lasciare esplodere al decimo la vo-
stra violenza? Ecco quello che non ho mai capito.
— Non credo di esser cattiva, — ripresi, — posso es-
ser violenta, ma non vendicativa; molte volte da piccina
sarei stata felice di volervi bene, se lo aveste voluto, e
ora desidero vivamente di riconciliarmi con voi; bacia-
temi, zia!
Avvicinai la guancia alle sue labbra, ma essa non vol-
le toccarla.
Disse che l'opprimevo stando china sul letto, e di
nuovo mi chiese da bere.
Quando la rimisi giù, perché l'avevo sollevata per far-
la bere, le tastai le mani e sentii che erano fredde ghiac-
ciate.
Le dita, debolissime, fremettero al tocco delle mie, i
suoi sguardi vitrei evitarono i miei occhi.
— Amatemi, allora, o odiatemi, se volete; in ogni
caso vi perdono pienamente e liberamente. Implorate il
perdono di Dio e state in pace.
Povera donna malata!
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