Page 349 - Jane Eyre
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sa, perché in materia di religione era rigida osservante e
           il tempo cattivo non la tratteneva certo dal compiere ciò
           che credeva dovere religioso; con la pioggia o col sole
           andava sempre tre volte in chiesa la domenica, e negli
           altri giorni ogniqualvolta c'era una funzione.
              Trovandomi così sola, ebbi allora l'idea di salire dalla
           povera donna, che era male assistita, perché la servitù
           non si dava cura di lei, e l'infermiera, non essendo sor-
           vegliata, scappava ogni momento di camera.

              Bessie era attenta, ma doveva occuparsi della sua fa-
           miglia, e non poteva star che poco tempo alla villa.
              Quando entrai in camera, non v'era nessuno.
              La malata stava tranquilla, come se fosse immersa nel
           letargo, con la testa affondata nei guanciali.
              Il fuoco si spengeva e lo riattizzai, accomodai le len-
           zuola, guardai un momento colei che non poteva fissar-
           mi, poi mi diressi verso la finestra.
              La pioggia batteva forte contro i vetri e il vento sof-
           fiava impetuoso.
              — Colei che giace qui, — pensai, — presto non si
           troverà più in mezzo alla furia degli elementi; questo
           spirito, che ora lotta con la materia, dove andrà, quando
           ne sarà liberato?
              E ponderando il gran mistero, pensai a Elena Burns,
           richiamai alla mente le sue ultime parole, la sua fede, la
           sua dottrina sull'eguaglianza delle anime una volta libe-
           rate dal corpo; il mio pensiero ascoltava una voce, di cui
           mi  ricordavo così bene, rivedevo quel volto pallido,
           agonizzante, divino; quello sguardo sublime, mentre,


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