Page 346 - Jane Eyre
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sue occupazioni. Quel ritiro creerebbe una barriera fra
lei e il mondo privato. Le chiesi se Georgiana l'avrebbe
accompagnata.
— No, certo.
Georgiana e lei non avevano nulla di comune e non
l'avevano mai avuto. Non voleva addossarsi il peso della
sua società a nessun costo. Georgiana doveva seguir la
propria via, e lei, Elisa, la sua.
Se Georgiana non era occupata a farmi confidenze,
stava distesa su un sofà, lamentando la tristezza della
casa, e a desiderare che la zia Gibson la invitasse a an-
dar da lei in città. "Sarebbe meglio per me, — diceva,
— che me ne andassi per un mese o due finché tutto non
sarà finito." Non osavo domandarle che cosa volesse
dire con quel "tutto sarà finito", ma supponevo alludesse
alla morte della madre e ai funerali. Elisa non si curava
dei lamenti della sorella, più di quel che non si sarebbe
curata di un indistinto mormorio. Un giorno però, men-
tre posava il libro dei conti e prendeva il ricamo, escla-
mò:
— Georgiana, un animale più vano e più stupido di
voi, non ha certo avuto mai il diritto di ingombrare la
terra. Non avevate nessun diritto di nascere, perché non
fate nessun uso della vita.
"Invece di vivere in voi e per voi, come dovrebbe fare
ogni creatura ragionevole, non cercate altro che di ap-
poggiare la vostra debolezza su una creatura più forte, e
se nessuna vuol addossarsi una creatura pesante, impo-
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