Page 343 - Jane Eyre
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nello nel nido di un passerotto sotto una siepe di bianco-
           spino.
              Un giorno mi misi a disegnare un volto, non sapevo
           quale, ma non m'importava; presi una matita dolce, feci
           un contorno e mi misi al lavoro. Disegnai una fronte lar-
           ga e prominente, un mento quadrato.
              Quella fronte richiedeva forti sopracciglia orizzontali,
           poi la matita tracciò un naso sottile, con le narici larghe,
           una bocca sottile, un mento forte, separato nel centro da

           una linea; mancavano ancora alcune ciocche di capelli
           ondeggianti sulle tempie e due folti baffi neri. Mancava-
           no gli occhi!
              Avevo aspettato all'ultimo a farli, perché richiedevano
           maggior attenzione.
              Li feci belli e ben tagliati, con le ciglia lunghe e le
           pupille grandi e luminose.
              — Va bene, — dissi guardando l'insieme, — ma non
           è ancora come deve essere; ci vuol più forza e più fiam-
           ma nello sguardo.
              Calcai maggiormente le ombre, affinchè la luce fosse
           più viva; pochi tratti di matita completarono il lavoro.
              Non m'importava nulla che le ragazze mi voltassero
           le spalle; avevo una faccia amica dinanzi a me.
              Guardavo il ritratto e sorridevo. Ero assorta e conten-
           ta.
              — È il ritratto di qualcuno che conoscete? — mi do-
           mandò Elisa, che si era accostata senza che me ne accor-
           gessi. Risposi che era una testa di fantasia e la nascosi
           presto sotto gli altri disegni. Naturalmente mentivo, per-


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