Page 345 - Jane Eyre
P. 345
Elisa parlava sempre poco; forse non aveva tempo,
perché non ho mai veduto nessuno più occupato di lei,
ma sarebbe difficile enumerare quelle occupazioni e
scoprirne il risultato.
Si alzava prestissimo e non so che cosa facesse prima
di colazione, ma dopo essa aveva diviso il tempo in por-
zioni regolari e ogni ora era destinata a fare un compito.
Tre volte il giorno studiava un libricino di preghiere
cattoliche.
Un giorno le domandai che cosa vi trovava di attraen-
te. "La rubrica" mi rispose. Tre ore ricamava col filo
d'oro un pezzo di stoffa rossa, quasi grande come un
tappeto.
Seppi da lei che era destinata a coprire l'altare di una
nuova chiesa costruita di recente nei dintorni.
Due ore le consacrava al suo diario, due altre a lavo-
rar sola nell'arte e una a fare i conti. Pareva che non sen-
tisse il desiderio di parlare né di veder gente; era felice a
modo suo e nulla l'annoiava tanto quanto una circostan-
za qualsiasi che le impedisse di mantenere la regolarità
delle sue occupazioni.
Una sera che era più comunicativa del solito, mi disse
che la condotta di John e la rovina della famiglia, erano
state per lei sorgenti di profonda afflizione.
Però aveva avuto cura di mettere al sicuro la sua dote,
e aveva presa una risoluzione, e dopo la morte della ma-
dre, che assicurava non avrebbe potuto ristabilirsi, si sa-
rebbe ritirata in un luogo, dove desiderava da tanto tem-
po di andare, e dove nulla turberebbe la puntualità delle
347