Page 342 - Jane Eyre
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— Aspettate! — esclamò la signora Reed, — ho
un'altra cosa da dirvi; mi minaccia sempre di uccidermi
o di suicidarsi, e io sogno di vederlo disteso con una lar-
ga ferita al petto o con la faccia gonfia e livida.
“Sono ridotta in cattivo stato, mi sento turbata; che
cosa devo fare?
“Come procurargli denaro?
Bessie cercava di farle prendere un calmante; vi riuscì
a stento.
La signora Reed si calmò e cadde in uno stato di as-
sopimento, allora la lasciai.
Trascorsero più di dieci giorni senza che potessi par-
larle di nuovo.
Passava dal delirio allo stato letargico e il medico
proibiva che fosse eccitata.
Intanto io cercavo, per quanto era possibile, di venire
in buoni rapporti con Elisa e con Georgiana.
Da prima erano freddissime: Elisa passava metà della
giornata a leggere, a scrivere o a cucire e raramente mi
rivolgeva la parola.
Georgiana parlava ore intere col suo canarino, e non
si curava di me; io avevo stabilito di occuparmi e di di-
vertirmi, perché avevo la cassetta da dipingere.
Con la matita e la carta mi sedevo accanto alla fine-
stra e cercavo di ritrarre le scene che mi passavano nella
mente come in un caleidoscopio; un braccio di mare, fra
due scogli, la luna che sorgeva illuminando una barca,
un gruppo di giunchi e di gladioli dal quale emergeva la
testa di una Najade incoronata di fiori di loto, uno stor-
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