Page 337 - Jane Eyre
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— Come sta la signora Reed? — domandai, guardan-
do tranquillamente Georgiana, che credè conveniente di
alzar la testa, come se si fosse offesa di quella inattesa
libertà che mi prendevo.
— La signora Reed? Ah! volete parlare di mamma;
non credo che potrete vederla oggi, perché sta male.
— Se voleste salire ad avvertirla che sono giunta, vi
sarei grata.
Georgiana si scosse e spalancò i grandi occhi azzurri:
— So che desidera molto di vedermi, — aggiunsi, —
e non vorrei farla aspettare più di quanto è necessario.
— Mamma non vuole esser disturbata la sera, — os-
servò Elisa.
Poco dopo mi alzai e mi tolsi i guanti e il cappello,
senza esservi invitata, poi dissi che sarei andata in cuci-
na per domandare se la signora Reed voleva ricevermi
quella sera.
Uscii e incontrando Bessie, le esposi il mio desiderio,
poi presi le disposizioni necessarie per stabilirmi alla
villa.
Se un anno prima fossi stata ricevuta in quel modo a
Gateshead, ne sarei subito partita, perché l'arroganza al-
lora m'intimidiva, ma ora mi accorsi che operando così,
sarei stata pazza. Avevo fatto un viaggio di cento miglia
per vedere mia zia e dovevo rimanere finché non fosse
guarita o morta.
L'orgoglio e il disprezzo delle ragazze non dovevano
importarmi. Così mi rivolsi alla donna che dirigeva la
casa, le chiesi una camera, dicendo che mi sarei tratte-
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