Page 336 - Jane Eyre
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Quando entrai ambedue le ragazze si alzarono per sa-
           lutarmi e mi rivolsero la parola, chiamandomi: "Signori-
           na Eyre."
              Il saluto di Elisa fu breve e asciutto, non mi sorrise
           neppure e si sedè di nuovo, fissando il fuoco, come se
           mi avesse dimenticata.
              Georgiana, dopo avermi domandato come stavo, mi
           rivolse altre domande sul mio viaggio, sul tempo e su
           altre cose comuni, con voce stanca.

              Di tanto in tanto mi gettava uno sguardo, per esami-
           narmi da capo a piedi, passando dal mio cappello nero
           al mantello senza ornamento.
              Le ragazze hanno un talento speciale per dimostrarvi
           che siete privi di qualsiasi attrattiva; lo sprezzo dello
           sguardo, la freddezza delle maniere, la voce stessa espri-
           mono i loro sentimenti, senza che si compromettano
           pronunziando una impertinenza.
              Ma quel sorriso di sprezzo, palese o nascosto, non mi
           faceva più lo stesso effetto di prima e nel trovarmi sedu-
           ta fra le mie due cugine, mi meravigliai di vedere come
           sopportavo facilmente l'indifferenza di una e lo scherno
           dell'altra.
              Elisa non poteva mortificarmi, Georgiana non riusci-
           va a farmi uscir dai gangheri; avevo da pensare ad altro.
              Le potenti commozioni provate da qualche tempo mi
           avevano sconvolta e avevo imparato a sopportare gioie e
           dolori molto più vivi di quelli che potevano procurarmi
           le signorine Reed.
              Così rimasi insensibilissima accanto a loro.


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