Page 334 - Jane Eyre
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Così faceva tanti anni prima, quando mi portava nella
sala dei bambini le ghiottonerie che aveva prese per me;
le sorrisi e le obbedii.
Volle sapere se ero felice a Thornfield e come era la
mia padrona.
Quando le dissi che non vi era altro che il padrone, mi
domandò se era bello e se mi piaceva; le risposi che era
piuttosto brutto, ma che era cortese e mi trattava bene e
si mostrò contenta.
Poi le descrissi l'allegra compagnia che avevo lasciato
alla villa ed ella ascoltò il mio racconto con vero inte-
resse, perché era appunto il genere che le piaceva.
Parlando così un'ora passò presto. Bessie allora mi
rese il cappello ed accompagnata da lei uscii per andare
alla villa. Erano nove anni che mi aveva accompagnata
per discendere quel viale, che ora risalivamo insieme.
Allora avevo il cuore inasprito e disperato, mi crede-
vo scacciata e odiata.
Lo stesso tetto ospitale si presentava dinanzi a me, il
mio avvenire era ancora incerto, il cuore era ancora ad-
dolorato, mi consideravo ancora una pellegrina sulla
faccia della terra, ma avevo maggior fiducia in me stes-
sa e mi sentivo meno oppressa.
Le antiche ferite erano risanate e la fiamma del risen-
timento era spenta.
— Andate prima nella sala da pranzo, — mi disse
Bessie precedendomi. — Debbono esservi le signorine.
Un momento dopo ero entrata. Dalla mattina che ero
stata condotta davanti al signor Bockelhurst, nulla era
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