Page 296 - Jane Eyre
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— Mason, le Indie occidentali! — disse automatica-
           mente e lo ripetè tre volte. Nel pronunziare quelle parole
           si faceva sempre più pallido.
              — Vi sentite male, signore?
              — Jane! Jane! Ho ricevuto un colpo, ho ricevuto un
           colpo! — e barcollò.
              — Oh! appoggiatevi su di me, signore.
              — Jane, una volta mi avete offerta la vostra spalla;
           datemela anch'oggi.

              — Sì, signore, e anche il braccio.
              Si sedè e mi fece cenno di prender posto accanto a
           lui, mi prese una mano fra le sue e l'accarezzò guardan-
           domi; il suo sguardo era triste e turbato.
              — Mia piccola amica, — disse, — vorrei esser solo
           con voi in un'isola molto tranquilla, ove non fossero né
           turbamenti, né pericoli, né odiosi ricordi.
              — Posso aiutarvi, signore? Darei la vita per servirvi.
              — Jane, se avrò bisogno di aiuto, ricorrerò a voi, ve
           lo prometto.
              — Grazie, signore; ditemi che cosa devo fare, e non
           mi ricuserò.
              — Ebbene, Jane, andate a prendermi un bicchier di
           vino nella sala da pranzo. Gli ospiti devono esser a
           cena; mi direte se Mason è con loro e quello che fanno.
              Andai a trovar difatti tutta la comitiva riunita per la
           cena; ma nessuno era seduto, le vivande erano state pre-
           parate sulla credenza e gli invitati si servivano da sé e
           mangiavano ritti ridendo. La conversazione era generale
           e il signor Mason, seduto accanto al fuoco, parlava col


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