Page 299 - Jane Eyre
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XX.
Avevo dimenticato di tirar la tenda e di abbassar la
persiana; la notte era bella e la luna piena e scintillante,
così che appena i raggi penetrarono in camera mia, mi
destai.
Aprii gli occhi e guardai quella bella luna di un bian-
co argenteo, chiara come cristallo; era magnifica, ma
troppo solenne.
Mi alzai a metà e stesi il braccio per tirare il cortinag-
gio.
— Dio! Dio! Che grido!
Un suono acuto, selvaggio, stridente echeggiò a un
tratto da un angolo all'altro di Thornfield, rompendo il
silenzio notturno della villa.
Il mio polso si fermò, il cuore cessò di battere, il
braccio che avevo allungato rimase paralizzato. Ma il
grido non si fece più udire.
Del resto nessun essere umano avrebbe potuto ripe-
terlo due volte: il più smisurato condor delle Ande nep-
pure avrebbe potuto mandare un grido simile verso il
cielo.
L'essere che aveva mandato quell'urlo doveva ripo-
sarsi prima di fare un nuovo sforzo come quello.
Il grido era partito dal terzo piano, e appunto dalla ca-
mera sopra la mia.
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