Page 304 - Jane Eyre
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quella stoffa era rialzata da un lato e lasciava vedere una
porta, che altra volta era nascosta.
La porta era aperta e metteva in una camera illumina-
ta, dalla quale uscivano grida simili a quelle di cani fu-
riosi.
Il signor Rochester, dopo aver posato il lume accanto
a me, mi disse di aspettare un momento ed entrò nella
camera. Il suo ingresso fu salutato da una risata clamo-
rosa che terminò con lo strano ah! ah! di Grace Poole.
Ella era dunque lì e il signor Rochester parlava con lei.
Sentii una voce debolissima, che parlava col padrone;
questi uscì e chiuse la porta dietro a sé.
— È qui, Jane, — mi disse.
E mi fece passare dall'altro lato ov'era un gran letto, il
cui cortinaggio chiuso nascondeva una parte della stan-
za. Un uomo era sdraiato su una poltrona accanto al let-
to. Pareva tranquillo e teneva la testa appoggiata e gli
occhi chiusi. Il signor Rochester avvicinò la candela e in
quella testa pallida e inanimata riconobbi il signor Ma-
son.
Vidi che gli asciugamani che gli coprivano un braccio
e un fianco erano intrisi di sangue.
— Prendete la candela! — mi disse il signor Roche-
ster, e lo feci.
Egli andò a prendere una catinella piena d'acqua e mi
pregò di reggerla.
Prese allora la spugna, la bagnò nell'acqua e ne inon-
dò quel volto cadaverico. Mi chiese i sali e li fece respi-
rare al signor Mason, il quale aprendo gli occhi poco
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