Page 302 - Jane Eyre
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era l'incubo di una donna che aveva gettato l'allarme in
           casa.
              Sapevo benissimo che la spiegazione data dal signor
           Rochester non tendeva che a calmare gli ospiti.
              Mi vestii per esser pronta ad ogni evenienza, e rimasi
           seduta davanti alla finestra, guardando i campi illumina-
           ti dalla luna, aspettando non so che cosa.
              La calma rinacque, tutte le voci e i rumori tacquero a
           poco a poco, Thornfield pareva di nuovo un deserto, sul

           quale imperasse la notte e il silenzio.
              La luna stava per iscomparire, e non volendo rimane-
           re al buio, andai in punta di piedi fino al letto, per get-
           tarmici vestita.
              Mentre stavo per levarmi le scarpe, una mano bussò
           leggermente alla mia porta.
              — C'è bisogno di me? — domandai.
              — Siete alzata? — mi domandò una voce che mi
           aspettavo di udire: era quella del signor Rochester.
              — Sì, signore.
              — E anche vestita?
              — Sì.
              — Allora venite subito.
              Il signor Rochester era nel corridoio con un lume in
           mano.
              — Ho bisogno di voi, — disse, — venite per di qua e
           non fate rumore.
              Avevo le pantofole fine e camminando sul tappeto
           non facevo più rumore di un gatto.




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