Page 307 - Jane Eyre
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udii altro che tre suoni a lunghi intervalli, un rumore di
passi, un grugnito come di cane e un gemito profondo.
Ma ero affranta dai miei proprii pensieri: chi era quel
delinquente chiuso in casa e che il padrone della villa
non poteva né scacciare né fare imprigionare?
Che cos'era quel mistero che si manifestava col san-
gue nelle ore più paurose della notte?
Chi era quella creatura, che sotto forma di donna
prendeva la voce di un ironico demonio e faceva udire il
grido di un uccello da preda in cerca di un cadavere?
E quell'uomo sul quale stavo curva, quel tranquillo
visitatore, come mai era impigliato in quella tela di orro-
ri?
Perché la furia avevalo investito?
Perché mentre doveva essere a letto, era andato in
quella parte della casa?
Avevo udito il signor Rochester dargli una camera al
piano inferiore; perché era salito? Che cosa lo aveva
condotto qui e perché sopportava con tanta calma una
violenza o un tradimento?
Perché accettava così facilmente il silenzio imposto-
gli dal signor Rochester? Il suo ospite era stato ferito,
qualche tempo avanti si era attentato alla vita del padro-
ne, e perché voleva egli che questi due fatti rimanessero
segreti? Avevo veduto il signor Mason sottomettersi alla
volontà imperiosa del signor Rochester, le poche parole
che avevano scambiate ne erano una prova; era evidente
che nelle loro relazioni precedenti le disposizioni passi-
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