Page 308 - Jane Eyre
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ve di uno avevano subito l'influenza dell'energia attiva
           dell'altro.
              Ma perché il signor Rochester si era tanto turbato, sa-
           pendo che il signor Mason era giunto? Perché il nome
           solo di quell'uomo senza volontà, perché quel nome
           aveva prodotto sul signor Rochester l'effetto di un ful-
           mine su una quercia?
              — Quando tornerà? — domandavo a me stessa, per-
           ché la notte avanzava e il malato continuava a perder

           sangue, le forze e a lagnarsi.
              Molte volte gli avevo accostato alle labbra pallide il
           bicchiere e fatto respirare i sali. I miei sforzi erano vani,
           e io temevo di vederlo spirare.
              Alla fine la candela si spense e mentre mandava gli
           ultimi bagliori, vidi entrare dalla finestra una luce gri-
           gia; il giorno stava per ispuntare.
              Nello stesso momento udii Pilato abbaiare nella corte
           e mi sentii rinascere.
              Cinque minuti dopo, la chiave girava nella serratura e
           il mio supplizio stava per terminare.
              In confronto di quella notte, paiono corte le settima-
           ne.
              Il signor Rochester entrò col chirurgo.
              — Ora, Carter, sbrigatevi, — dissegli il signor Roche-
           ster. — Non avete che mezz'ora per fasciare la ferita e
           portar via di qui il malato.
              — Ma sarà in stato di partire?
              — Certo, non ha nulla di serio; è nervoso, e bisogna
           rianimarne il coraggio. Via, mettetevi all'opera.


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