Page 310 - Jane Eyre
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stato con voi. È una pazzia tentar di vederla sola e di
           notte.
              — Speravo di far bene.
              — Speravate! Speravate! Come mi irrita il sentirvi
           parlar così. Del resto, avete sofferto e soffrirete per non
           avermi ascoltato, e non dirò più nulla. Carter, sbrigatevi,
           fra poco si leva il sole, ed egli deve partire.
              — Subito, signore. Ho medicato la spalla, ma ora
           devo esaminare quest'altra ferita; anche qui vedo il se-

           gno dei denti.
              — Mi ha succhiato il sangue, — rispose Mason, —
           diceva di volermi levare tutto il sangue del cuore.
              Vidi fremere il signor Rochester; una forte espressio-
           ne d'orrore e d'odio gli contrasse il volto, ma disse sol-
           tanto:
              — Tacete, Riccardo; dimenticate quanto ella ha fatto
           e non ne parlate mai.
              — Vorrei dimenticare, ma non posso.
              — Lo dimenticherete quando sarete lontano di qui.
           Figuratevi che ella sia morta, e non pensate più a lei.
              — È impossibile dimenticare una notte come questa!
              — No, non è impossibile. Abbiate un poco d'energia.
           Due ore fa vi credevate morto e ora siete vivo e parlate.
           Carter ha terminato di medicarvi e fra poco sarete vesti-
           to.
              — Jane, — disse volgendosi verso di me per la prima
           volta dopo il suo ritorno, — prendete questa chiave, an-
           date in camera mia, aprite il cassetto superiore del cas-
           settone e portate una camicia e una cravatta; sbrigatevi.


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